Il Mondiale Under 12 di baseball mi riporta a Taiwan

Mondiale Under 12 2017

Mentre camminavo per lo sterminato aeroporto di Hong Kong in attesa di raggiungere il mio imbarco per Kaohsiung (ho iniziato al gate 30, il mio era il 510…), ho pensato che questo è il mio settimo a viaggio nell’isola di Formosa. Il primo coincise con il primo grande evento internazionale di sport (il Mondiale IBAF) mai ospitato dal paese che ha più nomi di tutti: Republic of China è l’unico accettato dai successori di Chiang kai Shek (che non riconobbe mail l’esito della guerra civile cinese), Taiwan è quello ufficiale dal punto di vista della popolazione locale oggi e Chinese Taipei è quello usato per non offendere la Cina propriamente detta, che considera l’isola una parte del suo territorio.
Sono molto legato agli articoli, scritti nel 2001 per Baseball.it e che ho ripubblicato su questo sito in 3 differenti articoli: Al Mondiale , L’Italia non è poi così male e Finisce il Mondiale.
Essere a Taiwan ispira evidentemente la mia vena, probabilmente perché faccio fatica a comunicare con i locali e questo mi porta a scrivere i miei pensieri. Così esiste una produzione legata alla mia presenza alle Asia Series del 2013 (già ricca di riferimenti storici) ed esiste una serie di articoli per il dietro le quinte del Premier12 2015, meno significativa per quel che riguarda il racconto di Taiwan, visto che una parte del torneo l’ho vissuta in Giappone (precisamente a Tokyo).

Ora che ho premesso questo, vi potrà essere venuto il dubbio che alla fine non avrò molto altro da raccontare. Ma vi tolgo subito la preoccupazione: Tainan, dove si gioca il Mondiale Under12 della WBSC (World Baseball Softball Confederation, la Federazione Mondiale di baseball e softball), è una città che non ho mai visitato. Nella mia prima esperienza (2001) sono stato a Taipei, Kaohsiung e Chiayi, poi la mia sede è quasi sempre stata Taichung.
Tainan è la città più antica dell’isola. Fu fondata dalla compagnia olandese delle Indie Orientali, che impiegò 10 anni (dal 1624 al 1634) per costruirla come Fort Zeelandia. Essendo l’isola un porto di transito molto utilizzato nel secolo diciassettesimo, Fort Zeelandia finì con diventare un vero e proprio centro degli affari.
Allora la località era conosciuta come Tayouan, nome dato al gruppo etnico di una tribù aborigena locale. Gli olandesi storpiarono il nome in Taiouwang, i portoghesi lo fecero diventare Tayowan. Il missionario scozzese William Campbell (18411921) fu probabilmente il primo a usare il termine Taiwan.
Zheng Chenggong, un lealista della dinastia Ming conosciuto da noi occidentali come Koxinga, nel 1662 cacciò gli olandesi dalla fortezza che avevano costruito a conclusione di un assedio di 9 mesi che costò la vita a 1600 soldati olandesi. Fino al 1895 l’isola rimase sotto l’influenza cinese, per poi essere ceduta al Giappone nell’ambito del trattato di pace della prima guerra cino-giapponese. Dopo la seconda guerra mondiale, gli americani affidarono il controllo alla Repubblica di Cina, lo Stato nato sulle ceneri delle dinastie imperiali nel 1912 e che a sua volta si dissolverà dopo la guerra civile del 1949, che portò al potere il partito comunista dell’allora cinquantenne ideologo marxista-leninista Mao Tse Tung.
La storia moderna di Taiwan e la sua opposizione alla Cina di Mao iniziano qui, con la precipitosa fuga verso l’isola di Chiang Kai Shek e dei suoi uomini più fidati, ma il 28 febbraio 1947 a Tainan accadde un incidente che portò a migliaia di morti e che fu originato da un tentativo di insurrezione nei confronti della Repubblica di Cina (guidata dal Partito Nazionale o Kuomintang). Di fronte al Municipio di Tainan venne giustiziato (probabilmente per ordine dello stesso Chiang kai Shek) il candidato Sindaco di origine giapponese Tang De Jhang, accusato di essere un separatista. Fu poi dichiarato innocente e il parco di fronte al Municipio si chiama oggi Tang De Jhang Memorial Park.

Fuihong street a Tainan

Le tracce della storia di Tainan si trovano prevalentemente nei suoi 7 templi buddisti e in 8 santuari taoisti. Ospita anche un tempio confuciano, costruito dal figlio di Koxinga nel 1665. La tradizione delle decorazioni dei templi ha portato a un fiorire di mastri artigiani.
Tainan è anche famosa per la musica. Ha un’orchestra residente di musica cinese, un’orchestra residente di musica sinfonica e il Drum Art Percussion Group, un gruppo di percussionisti che ha assunto fama internazionale dopo la sua esibizione alle Olimpiadi di Sydney.
Tainan ospita anche il Museo della Letteratura di Taiwan e il Museo della Storia di Taiwan.
Insomma, nel giorno di riposo so certamente cosa fare.

Mi preoccupa invece un po’ il fatto che a Tainan siano nati diversi piatti tradizionali della cucina di Taiwan. In particolare, quelli basati sul milkfish (in Latino chanos chanos, in Italiano cefalone), un pesce tropicale originariamente d’acqua dolce ma che poi si è ben ambientato lungo le coste dell’Oceano Indiano e dell’Oceano Pacifico. Nella zona è allevato regolarmente.
Lungo Guo Hua street ci sono i locali che, se mi conosco, troverò il coraggio di frequentare verso la fine della permanenza. Le specialità più conosciute sono l’omelette di ostriche, il gua bao (una versione cinese di panino che dovrebbe essere alla pancetta, sa di cotechino in agrodolce, incluso il pane, e ha un aspetto assolutamente inquietante) e il popiah, che è una sorta di piadina con dentro di tutto e condita con salsa piccante. Ne esistono versioni vegetariane, con carne di maiale e crostacei. La poltiglia iniziale dalla quale si ricava quella che ho chiamato piadina, è molto vischiosa e onestamente mi convince poco.

1-CONTINUA