Il diritto a disporre della propria vita

CINEMA, LETTERATURA, SCHIROPENSIERO

Avevo sentito molto parlare del film “Mare dentro” e della strepitosa interpretazione di Javier Bardem. Ma è un film uscito nel mio periodo ‘sabbatico’ dal cinema, quello cioè in cui il campionato di baseball mi porta a vivere con un fuso orario diverso dalla maggior parte dei residenti in Europa e ad avere poche sere libere. Così l’ho recuperato su SKY.

Javier Bardem in "Mare dentro"Bardem intepreta Ramòn Sampedro, un pescatore della Galizia (nord della Spagna) che è tetraplegico da oltre 20 anni. Si è rotto l’osso del collo tuffandosi in mare in acqua troppo bassa, ha sempre rifiutato di utilizzare una sedia a rotelle ed è quindi ridotto a letto. Si deve far aiutare a far tutto. E non ne può più: vuole morire.

La tematica del film è, insomma, estremamente attuale. Abbiamo il diritto di disporre della nostra vita?
Da Cattolico, mi vien da dire di no. Se non fosse che guardando il film mi è venuto alla mente un episodio del 1977. Ero con i miei cugini e mia sorella a Nettuno e stavo bullandomi di essere capace di tuffarmi di testa anche in acqua molto bassa. Ovviamente i miei cugini mi hanno incitato a farlo e io l’ho fatto. Ricordo bene il rumore della mia testa contro la sabbia. E’ come se ce lo avessi ancora nelle orecchie. Ricordo che mi sono alzato e mi sono messo a correre, stirando il collo. Ricordo i miei cugini che ridevano e un bagnante lì vicino che era invece preoccupatissimo. Ricordo che mio padre mi guardava per capire se avevo scherzato.

Rivedendo la scena (che nel film appare come flash back), devo ammettere che mi sono venuti i brividi. A 14 anni non lo sospetti nemmeno, ma la vita può cambiare in un attimo. O meglio: la vita cambia in un attimo, ma non sempre con una svolta tragica. E ho pensato che sono stato un ragazzo fortunato.

Prima di morire (a 55 anni nel 1998, 30 dei quali, dall’agosto del 1968, trascorsi in un letto), Sampedro ha scritto poesie che sono state pubblicate. Una di queste, chiude il film e penso che meriti di essere letta con attenzione, prima di giudicare la sua lotta e la scelta che ha fatto diRamon Sampedro morire tramite un suicidio assistito.

Mare dentro, in alto mare – dentro, senza peso
nel fondo, dove si avvera il sogno: due volontà
che fanno vero un desiderio nell’incontro.
Un bacio accende la vita con il fragore luminoso di una
saetta, il mio corpo cambiato non è
più il mio corpo, è come penetrare al centro
dell’universo:
L’abbraccio più infantile, e il più puro dei
baci fino a vederci trasformati in
un unico desiderio
Il tuo sguardo il mio sguardo, come un’eco
che va ripetendo, senza parole: più dentro,
più dentro, fino al di là del tutto, attraverso
il sangue e il midollo.
Però sempre mi sveglio, mentre sempre io voglio
essere morto, perché io con la mia bocca
resti sempre dentro la rete dei tuoi capelli.