Gattuso sarà l’uomo della svolta per il Milan?

CALCIO, SPORT

Il Milan ha un nuovo allenatore. O meglio: ha promosso l’allenatore della Primavera alla prima squadra. Rino Gattuso, che non ha ancora 40 anni, prende il posto di Vincenzo Montella, di 4 anni più anziano. Montella era stato l’unico allenatore capace di qualificare il Milan per una competizione europea nelle ultime 4 stagioni. Aveva ampliato il suo contratto, in scadenza nel giugno 2018, a tutto il 2019 prima dell’inizio del campionato. Insomma, se non troverà un’altra squadra il Milan lo dovrà pagare per non far niente un anno e mezzo.

Nella conferenza stampa con cui è stato presentato Gattuso, e che il Milan ha trasmesso in diretta via Facebook, nessuno si è posto il problema economico. Montella non è un allenatore strapagato, ma sicuramente guadagna oltre i 2 milioni all’anno. Niente che possa pesare più di tanto su un bilancio come quello del Milan, ma visto che si parla di debiti per centinaia di milioni da rifinanziare, un minimo di sobrietà da questo punto di vista non avrebbe guastato.
Comunque, l’Amministratore Delegato Fassone dice che la scelta di Gattuso “non è stata fatta per tappare un buco” e il Direttore dell’Area Tecnica Mirabelli, dice che lo ha scelto non perché calabrese come lui (come è stato insinuato; Gattuso: “ho abitato più anni a Gallarate che in Calabria”…dall’accento, non si direbbe) ma perché ha una visione del calcio “abbastanza simile” alla sua.

Montella tra Mirabelli (sinistra) e Fassone

Non sono mai stato un fan di Montella e riconosco che, con la rosa a disposizione, avrebbe dovuto fare meglio. Soprattutto, Montella non è riuscito a far rendere giocatori presentati come colpi di mercato (Kessie, che nell’Atalanta sembrava un mostro, nel Milan si è ingrigito; Bonucci, il giocatore più pagato della serie A, certo non sta facendo la differenza; Biglia, che doveva essere il direttore d’orchestra, sta perdendo il posto ai danni di Montolivo, quasi separato in casa a inizio stagione e spesso fischiato dai tiosi). E a lui si imputa l’essersi accontentato di Kalinic. Stando alla stampa mainstream, al Milan manca un attaccante da 20-25 gol. A parte che non è che crescano sulle piante, e che la prima Juve di Conte e la prima di Allegri hanno vinto lo scudetto senza un profilo di questo genere, non è che Kalinic ci vada lontanissimo. In carriera ha segnato 32 gol in 53 partite all’Hajduk Spalato (nella natia Croazia) poi, dopo una non bellissima esperienza nella Premier League inglese al Blackburn, ha fatto 37 gol in 86 presenze al Dnipro (Ucraina) e 27 in 69 presenze alla Fiorentina.

Gattuso ha spiegato che con lui il posto “ce lo si guadagna in settimana” e ha chiarito che Kalinic parte alla pari con Cutrone e André Silva ma che va cercato di più “in profondità”.
Secondo i bene informati, Gattuso sarebbe un “traghettatore” in attesa di arrivare a uno dei 3 big che il Milan (non è un mistero) insegue: Conte, Ancelotti o Mancini.
“Con 72 punti a disposizione, non posso sentirmi un traghettatore” ha detto giustamente Gattuso, che si è definito “uno che tante volte deve imparare a contare, anche se sono migliorato; sento molto le partite, le vivo molto…vivo, ecco, mi sento vivo”.
Gattuso di “partite facili” in Serie A non ne ha “mai viste”, questo per presentare la trasferta di Benevento, nella quale esordirà contro una squadra ancora a zero punti in classifica.
Il neo allenatore ha annunciato che giocherà con la difesa a 3, che però deve “giocare come reparto” e ha chiarito di avere “idee diverse” da Montella: “Anche a me piace il palleggio, ma negli ultimi 20-30 metri bisogna cercare prima la profondità”.
Interrogato sulla fine che hanno fatto gli altri cuori milanisti che lo hanno preceduto (Seedorf e Inzaghi) ha commentato: “Erano il 10 e il 9, io sono stato l’8…speriamo di non fare la fine del 10 e del 9.

Il senso di cacciare Montella dopo uno 0-0 alla fine del quale il Milan ha contato le occasioni da rete fallite, lo capisco poco. Gattuso prende in mano una squadra difficile, allestita con scelte delle quali io stesso avevo dubitato qualche tempo fa ma con all’interno senatori e stelle non facili da gestire, per un tecnico che in Italia ha allenato al massimo in B e collezionando un esonero (Palermo) e una retrocessione (Pisa).
“Chiedo a tutti di parlarsi in faccia, dire pane al pane e non essere permalosi” ha concluso Rino Gattuso. E l’attitudine, dico la verità, ha fatto una buona impressione.

Vedremo se sarà accontentato. Sotto, il video della conferenza stampa di presentazione di Gattuso.