E’ meglio il pescado o il pernil?

BASEBALL, SCHIROPENSIERO, SPORT

Immagine abituale negli stadi del MondialeAll’inizio, l’enorme telone che copre il campo interno degli stadi a questo Mondiale panamense di baseball mi sembrava intrigante. E l’operazione per stenderlo, la osservavo con curiosità. Poi l’operazione ha cominciato ad andarmi a noia, perchè la si vede quelle 4 volte al giorno come minimo.

Diciamolo: della pioggia, non se ne può più. Delle ultime 48 ore, ne ho passate 22 negli stadi da baseball di Santiago e Panama City, trasalendo ogni volta che i cirri andavano ad addensarsi per minacciare altra pioggia.
Adesso, nella fattispecie (la finale dovrebbe iniziare tra mezz’ora…) il telone è steso, piove (non fortissimo) e il cielo è tutto bigio. Non ho onestamente idea di cosa ci si deve aspettare.

Venerdì 23 settembre, il giorno precedente la mia partenza per la Florida (tappa di avvicinamento al Mondiale), ho messo in valigia il biglietto aereo per St. Louis, Missouri. Mi sembrava così tanto lontano, il giorno della partenza. E invece è domani. Sempre ammesso che si possa partire.

Non sapere se il Mondiale finirà, mi dà un po’ d’ansia. Ieri ho dichiarato che, in un’altra vita, mi voglio occupare di hockey su ghiaccio, che almeno si gioca al coperto e non ci sono possibilità che le partite vengano rimandate.

Vi voglio rendere partecipi di quello che è successo da giovedì 13 ottobre a oggi, premettendo che ho la sensazione che siano passatiVari simil Robinson a "Los Tucanes" un paio d’anni.
Giovedì 13 ho visto l’Olanda trionfare (argh!) su Cuba. Poi l’allenatore dell’Olanda mi ha convinto che non erano ancora qualificati matematicamente, facendomi scrivere una sciocchezza. Ho mangiato a “Los Tucanes” (highlight del giorno) in contemporanea ad un pullman di turisti proveniente da chissà dove che sembravano usciti dal telefilm “I Robinson”. Quindi, ho provato ad andare a dormire. Nell’officina del benzinaio che si trova dietro l’hotel Galeria, qualcuno stava usando un trapano o oggetto simile. Le sere precedenti, il qualcuno almeno si limitava a tenere la radio ad un volume delirante. Poi è suonato un allarme. Poi l’allarme si è quietato. Poi è risuonato l’allarme. E dopo pochissimo, è suonata la sveglia.
Mentre mi ponevo domande fondamentali (del tipo: chi sono? dove sono? perchè sono qui?), l’hotel mi ha fatto pagare 119 dollari e mi ha dato una fattura da 400.
Sulla inter americana (una stradicciola di 25.570 chilometri, che comincia in Alaska e finisce a Buenos Aires, passando per Edmonton, Dallas, Città del Messico, San Salvador, appunto Panama, taglia in 2 El Istmo, Quito e Lima) un poliziotto mi ha fermato dicendo che non stavo tenendo una traiettoria perfettamente lineare (provaci tu, dopo aver dormito 5 ore con un’allarme nelle orecchie…).
La torre dell'Hotel TrumpA Panama City ho mangiato, in tutta la giornata, un hot dog. Saltare i pasti, invero è barbara abitudine. Infatti, mi dicono che mi sono fermato ad un semaforo che non c’era.
Alla sera, fatto check in in albergo, ci hanno detto che ci avrebbero dato da mangiare al ristorante. Ma quando ci siamo presentati, ci hanno riso dietro. Siamo così andati al “Nikos Caffè”, aperto 24 ore (un “Los Tucanes” in grande, nella sostanza) e sulla strada per il nostro (sono passato al noi, perchè con me c’è anche il fotografo) primo pasto del giorno, ci ha fermati ancora la polizia. Che ci ha rimproverati perchè “si va sempre in giro con il passaporto”. Al Nikos caffè ordino “filetto de pescado” per scoprire che è “pernil” (ma che cavolo è il “pernil”, chiedo al fotografo, che è residente in una città che, tra le altre lingue, parla lo Spagnolo. E’ pito, almeno a Parma, dalle altre parti tacchino)…e vada per il pernil! (Motivazione ufficiale: “almeno riempie”).

L’hotel “Trump” è un sobrio alberghetto nel quale, per scoprire quale ascensore si deve prendere, serve la bussola. Tra le cose in eccesso che ho trovato in camera, segnalo asciugamani e cuscini. Cosa dovrei farmene, di così tanti cuscini.

Piove. E ci sono degli olandesi che godono, perchè piove. O forse, è perchè qui la pinta di birra costa solo un dollaro.

1 thought on “E’ meglio il pescado o il pernil?

  1. pernil con ananas, il panino che mangiavo sempre in brasile. una delizia!!! e questo non solo perché il “pescado” non mi piace…..

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