Di Donnarumma, Kalinic, Allegri e altre storie

CALCIO

Mi è venuta voglia di scrivere di calcio dopo che ho saputo che gli ultras del Milan hanno rifiutato la maglia di Donnarumma. Che è come dire che i 2 errori della finale di Coppa Italia e il mezzo errore di ieri contro l’Atalanta, Donnarumma li avrebbe commessi apposta. Robe da matti.
Dopo una riflessione, ho pensato che potevo occuparmi anche di Kalinic. E perché non di Allegri.

Sono il primo a dire che Donnarumma è stato sopravvalutato. Lo vidi giocare la prima volta a un torneo precampionato a Reggio Emilia nell’estate del 2015 e mi impressionò moltissimo. Che avesse solo 16 anni, non lo potevo credere. Meno ancora potevo credere al fatto che l’allenatore del Milan Mihajlovic lo potesse preferire a Diego Lopez. Non c’erano motivi. Certo, Lopez non è che al Milan abbia mai fatto la differenza come si sperava, ma va ammesso che il rendimento di Donnarumma non ha mai giustificato questa decisione. Donnarumma ha doti da fenomeno che ricordano il primo Buffon, ma ha anche non pochi difetti, specie nella gestione delle uscite. Hanno fatto tutti finta di non vederlo, preferendo ululare al fenomeno. Che lo abbia fatto il procuratore di Donnarumma Mino Raiola, ci sta: tutti i venditori valorizzano la loro merce. Ma non capisco quella che Gianni Mura su Repubblica chiama “la fretta di santificare un ragazzo di 18 anni, adesso 19“.
Perché il punto è questo: all’età di Donnarumma di solito si gioca in Primavera. E quindi, qualche errore di un giocatore così giovane va messo per forza in preventivo. Certo, è più difficile farlo se lo paghi 6.5 milioni di euro all’anno. Ma il Milan non era mica obbligato a fargli quel contratto.

Gigio Donnarumma lascia il campo di Bergamo. I tifosi del Milan non han voluto la sua maglia

I tifosi del Milan ce l’hanno particolarmente anche con Kalinic. Anche qui: è vero che ha giocato molto al di sotto delle aspettative e ha segnato davvero troppo poco. Ma le attenuanti non gli mancano. Per prima cosa, la stampa mainstream si è messa di traverso su Kalinic fin da subito. Perché tutti avrebbero voluto chissà quale grande nome. Tipo Aubameyang, che l’Arsenal ha prelevato da Dortmund per la modica cifra di 63 milioni di euro. E che, per inciso, è cresciuto nella Primavera del Milan. Ma questo sarà semmai altro motivo per tornare sui lasciti del Geometra Galliani.
Non è mica colpa di Kalinic, se il Milan non aveva materialmente i soldi per arrivare a Aubameyang. Viceversa, è colpa del Milan il tiramolla che ha preceduto l’acquisto di Kalinic. Ed è colpa di Kalinic non essersi praticamente allenato in estate ed essere arrivato al Milan in ritardo di condizione. Ma su Kalinic ho letto commenti folli: “è macchinoso”. Ma chi, Kalinic? Descritto da Koulibaly del Napoli (probabilmente il miglior difensore della Serie A) come il centravanti più difficile da marcare del campionato italiano.
Inoltre, è colpa dell’allenatore Gattuso aver preferito Cutrone in un ruolo per cui il giovanotto non ha le catatteristiche (“perché è tarantolato“, che sottintende che Kalinic è pigro…magari non a torto….). Il risultato è che fuori dall’area Cutrone non tocca praticamente palla, mentre Kalinic si immalinconisce in panchina.
Tornando a Aubameyang, nella girandola di attaccanti innescata dal suo passaggio all’Arsenal, il vero affare sembra averlo fatto il Borussia Dortmund prendendo il belga di origine congolese Batshuayi. Che il genio Conte al Chelsea stava facendo marcire in panchina.

Il Milan è una squadra nata imperfetta. Soprattutto, è una squadra che ha nel portiere (Donnarumma, appunto) e nello stopper (Bonucci) i giocatori più pagati. Non è vero per nessuna delle squadre che precedono il Milan in classifica, che hanno negli attaccanti (da Higauin a Dzeko, da Immobile a Mertens e Insigne, per arrivare a Icardi) le stelle più celebrate.
Credo che il sesto posto (che a questo punto spero arrivi senza sorprese; per essere sicuri, bisogna vincere con la Fiorentina domenica a San Siro) sia il piazzamento che la squadra merita. Se “con 34 innesti azzeccati” (cit. Gattuso) diventerà una squadra perfetta, ve lo saprò dire. Aspettiamo il mercato.

Più rammarico che gol nella prima stagione al Milan del nazionale croato Nikola Kalinic

A proposito di capolavori della stampa mainstream e della tifoseria, c’è l’atteggiamento nei confronti di Massimiliano Allegri, che per motivi miei chiamerò Primo.
C’è solo un altro allenatore della storia della Juve ad aver vinto 4 campionati in fila: Carlo Carcano detto Carlin (18911965).
Carcano arrivò alla Juve dall’Alessandria (dove aveva strabiliato) nel 1930. Vinse 4 scudetti in fila e avrebbe vinto anche il quinto, se non fosse stato allontanato nel dicembre 1934 perché “di tendenze omosessuali”. Lo scandalo coinvolse anche il calciatore Luis Monti, uno dei Campioni del Mondo di Vittorio Pozzo.
Carcano era ritenuto uno degli ideatori dello schema tattico detto Il Metodo (o WW) e affiancò Pozzo alla guida degli azzurri nel 1934.
Originario della provincia di Varese, morì a Sanremo (dove si era ritirato e aveva fondato la squadra Carlin’s Boys) a seguito di un malore che lo colse dopo una nuotata in mare.

Carlo Carcano ventenne e dopo il ritiro a Sanremo

A proposito di Primo: nella storia del calcio italiano gli allenatori che hanno vinto 5 o più scudetti sono un bel 4: Trapattoni (7), Capello, Lippi e appunto Allegri (5).
Allegri è anche uno dei 7 allenatori ad aver vinto con 2 squadre diverse (Milan e Juve). Gli altri sono: Cargnelli (Torino, Inter), Bernardini (Fiorentina, Bologna), Weisz (Inter, Bologna), Liedholm (Roma, Milan), Trapattoni (Juve, Inter), Capello (Milan, Roma). Capello sarebbe l’unico ad aver vinto con 3 squadre. Se non fosse che lo scudetto vinto dalla Juve nel 2004-2005 è stato revocato. Per essere precisi, diciamo che se entrate all’Allianz Stadium a Torino, Capello ha vinto 6 scudetti con 3 squadre diverse. Nel resto del mondo ne ha vinti 5 con 2 squadre diverse…

Al posto di ‘Primo’ Allegri, anch’io sarei sull’incazzato…