Caro Arrigo, ti scrivo

CALCIO, SCHIROPENSIERO, SPORT

Tra le ragioni per cui ho deciso che comprerò la Gazzetta dello Sport solo per avere le liste del Fantacalcio ci sono gli articoli di Arrigo Sacchi. Che sono professorali e ripetono sempre le stesse cose: culturalmente per noi italiani il calcio è uno sport individuale e conta solo il risultato. Oltre ad essere scritti in un italiano piatto, ma questo sarebbe il meno.

Arrigo SacchiSacchi, nella sostanza, vuole attirare la nostra attenzione sulla rivoluzione culturale provocata dal suo Milan. Che probabilmente c’è stata, ma parliamo di oltre 20 anni fa. E parliamo di una squadra (il Milan) che ha continuato a vincere anche senza Sacchi. Anzi, l’allenatore che è arrivato al Milan dopo Sacchi (Fabio Capello) ha vinto 4 scudetti in 5 anni con un gruppo che lo stesso Arrigo riteneva avesse esaurito il suo ciclo.

Sacchi, da buon Italiano, fa un po’ fatica con la memoria. Io ero allo stadio in un Parma-Lazio (esordio del nostro in serie ‘B’,stagione 1987-’88) assolutamente indecente dal punto di vista dello spettacolo: non ci fu un tiro in porta. Tenere la palla senza attaccare è una tattica difensiva come un’altra. Una volta, la chiamavano melina. Adesso dicono possesso palla. Che suona meglio, ma è la stessa cosa.

Ricordo il Mondiale 1994. Sacchi arrivò in finale, ma può dirci che la sua Italia giocò bene? A me il gioco dell’Italia in quel Mondiale sembrava “diamo la palla a Baggio e speriamo bene”. A parte quando, rimasto in 10 contro la Norvegia, Baggio Sacchi lo sostituì e Baggio regalò in mondovisione uno splendido labbiale: “E’ impazzito”. Parliamo poi della finale. Contro il peggior Brasile mai visto, l’Italia non fece nemmeno un tiro in porta.

All’Europeo del 1996, in compenso, Sacchi con l’Italia non superò nemmeno il primo turno.

L’ultima volta che il nostro ha allenato, ha lasciato il Parma dopo poche partite. Si parlava di attacchi di panico. Ma parliamo in ogni caso di una decina di anni fa.

Prima di dedicarsi agli articoli professorali, Arrigo ha comunque fatto in tempo a fare il dirigente del Parma. In questo ruolo ha brillato per essersi fatto scippare sotto il naso 2 talenti come Lupoli e Giuseppe Rossi. Arsenal e Manchester United per i 2 ragazzi non pagarono un centesimo. E oggi Giuseppe Rossi è in nazionale.

Caro Arrigo, tutte le volte che esprimi i tuoi giudizi lapidari mi vien voglia di dirti che parecchi insuccessi ci sono anche nella tua carriera. Oggi ho deciso di scrivertelo.

3 thoughts on “Caro Arrigo, ti scrivo

  1. se il Milan dell’epoca lo avessi allenato io, avrebbe avuto gli stessi risultati… o poco meno
    Che venga giù dal pero.

Comments are closed.