“Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo”

CALCIO, SCHIROPENSIERO, SPORT

Che meraviglia: ho appena comprato il libro celebrativo della ‘Gazzetta dello Sport’ sul Mondiale di calcio del 1982. Benchè mi disturbi aver devoluto € 12.99 al mio ex giornale preferito e al suo editore, si tratta di un acquisto che andava fatto. Non trovo più la prima pagina di quel giornale del 12 luglio 1982 e i ricordi si alimentano anche con cose concrete, oltre che con quel che abbiamo (prendo la citazione proprio dal Foglio Rosa e da Lucio Battisti) “nella mente e nel cuore”.

Marco Tardelli ha appena segnato il secondo gol della finale del Mondiale 1982Quei giorni del 1982, la mia generazione non potrà dimenticarli. Io, in particolare.
Sabato 10 luglio 1982 ho sostenuto il colloquio dell’Esame di Maturità. Vado ancora orgoglioso della mia interrogazione in Filosofia, perchè dopo una domanda il professore si mise a discutere con me, più che a interrogarmi. Molto incuriosito dalla mia idea che ci fosse un parallelo tra lo scrittore tedesco Heinrich Boell e il filosofo danese Soeren Kierkegaard. Parallelo che un inedito dello stesso Boell (morto nel 1985), uscito qualche anno fa, conferma a distanza di decenni.
Non che di questa brillante interrogazione ci sia troppa traccia nel voto finale (un modesto 40/60 per il quale i miei genitori per poco non mi diseredarono). Ma lì, forse, c’entrano le imprese degli azzurri.

Durante i 2 anni di qualificazione, ero stato molto critico verso la nazionale. Influenzato, ovviamente, dalla stampa specializzata, che leggevo avidamente (specie la Gazza). All’atto delle convocazioni, sentenziai che avrei preferito in nazionale Edy Bivi rispetto a Paolo Rossi.

Il 29 giugno ero a casa di un mio amico assieme ad altri 2 ragazzi e al severissimo padre del padrone di casa. C’era scetticismo per la partita con l’Argentina Campione del Mondo. Del primo tempo, non ho ricordi. Ma vedo (come se fosse ieri) il gol di Tardelli e il mio urlo GOL,GOL, GOOOOOOL. E lo sguardo schifato del severissimo padre del mio amico. Che per altro, quando Passarella segnò il gol dell’1-2 a pochi minuti dalla fine, si alzò per gridare “Passarella, tanto non pareggiate!”.

Il 5 luglio ero a casa di un altro mio amico. Come si fa, a battere Cerezo, Falcao, Socrates, Zico? Si fa. 3-2 e il Brasile va a casa. Si fa con Zoff (gran cognome, Zoff…) che para sulla linea un colpo di testa di Paulo Isidoro (entrato al posto di Serginho, il centravanti che il telecronista Nando Martellini definì “un elefante”) e si alza per gridare “No, non è entrata!” non si sa a chi.
Dice uno dei miei amici: “Pensa a quanti brasiliani si suicidano oggi”.
Il titolo della ‘Gazzetta dello Sport’ è “Fantastico!” e indubbiamente non ci potrebbe essere titolo diverso.

L’11 luglio passo la giornata in piscina. Ma c’è un unico argomento di discussione: la finale della sera.
Nando Martellini apre la telecronaca di Italia-Germania con uno strepitoso: “Telespettativi Italiani”. Cabrini sbaglia un rigore (mi vergogno ancora, a ricordare cosa gli ho gridato, ma perchè l’han fatto tirare a un terzino???). Io mi lamento di Rossi, poi Rossi fa gol, sbucando dal nulla alla sua maniera. “Ecco cosa ti fa, Rossi!” grida il padrone di casa (lo stesso di Italia-Brasile). E poi c’è il gol di Tardelli. C’è quella corsa, c’è quell’urlo che fa ormai parte della nostra storia nazionale.

Il Mondiale cambia la nostra vita. Tempo pochi giorni, in TV fa bella mostra di se una pubblicità di Oro Pilla (un brandy, se non ricordo male, comunque una bevanda) che ha come slogan: “L’orgoglio di essere Italiani”. Prima del Mondiale, sarebbe stato impensabile.

Nella mia memoria, nulla potrà mai cancellare quella impresa. Le feste in strada, i sorrisi, la gioia. Di lì a pochi anni la mia vita sarebbe cambiata per sempre. Le nostre vite, sarebbero cambiate per sempre, in verità: il campionato di calcio più bello del mondo, l’Italia riconosciuta come ottava e poi, addirittura, settima potenza mondiale.

La gioia sportiva durò poco. L’Italia non si qualificò nemmeno per l’Europeo 1984, un episodio che mi insegnò quanto sia necessario, nello sport e non solo, gioire delle vittorie ma pensare che le prossime partite bisogna giocarle senza pensare a quelle vinte.
Voglio concludere fissando quel momento: il Presidente della Repubblica Pertini per poco non precipita dalla tribuna dello stadio “Bernabeu”. Nando Martellini che grida “Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo”.
11 luglio 1982: esattamente 30 anni fa.