Anche io voglio parlare di Celentano

MUSICA, SCHIROPENSIERO, TELEVISIONE

C’è un signore di 74 anni che ha come titolo di studio la licenza di quinta elementare e che ha spiegato a un 15 milioni di persone (fonte auditel) che:

1) L’impianto di amplificazione delle Chiese funziona male
2) Comunque, le prediche sono l’unico momento in cui i Preti parlano di Dio
3) Il Vaticano e giornali come ‘Famiglia Cristiana’ e ‘Avvenire’ si occupano più di politica che di Dio. Per questo, sarebbero (i giornali in questione) da chiudere
4) Viceversa, il Vaticano e i giornali di cui sopra ci dovrebbero spiegare che la nostra vera vita inizierà dopo la morte (mani nominata, ad onore del vero, in maniera esplicita). Sempre ammesso che si riesca ad andare in Paradiso. Comunque, la nostra vita attuale non vale la pena di essere vissuta
5) Il Vaticano e i giornali non si devono permettere di attaccare Don Andrea Gallo, che è uno che ha capito bene l’insegnamento di Gesu Cristo sugli “ultimi che saranno i primi” e ha sempre lavorato per gli ultimi
6) Aldo Grasso è un deficiente che scrive idiozie sul Corriere della Sera

Adriano Celentano è un formidabile cantante rock, una delle miglioriAdriano Celentano voci di sempre. Se fosse nato in Inghilterra o negli Stati Uniti, sarebbe un mito tipo Elvis Presley. Si deve accontentare di essere miliardario e leggendario in Italia, dove ha  innovato più di chiunque altro la musica leggera.
Il problema è che Adriano ritiene che questo suo status gli dia il diritto di sproloquiare sui massimi sistemi. E un problema ancor più grosso è rappresentato dal fatto che la principale azienda culturale del paese ritiene che una esibizione di Celentano valga 300.000 euro a puntata.

In una logica di mercato, non c’è niente da dire: se Celentano fa tanti telespettatori come la semifinale del Mondiale di calcio del 2006 tra Germania e Italia, la RAI fa bene a spendere i 300.000 euro.
L’apparizione di Celentano è stata un vero show, che valeva anche la pena di essere visto. Ma ci sono dei però.
Se ti pagano 300.000 euro, si presuppone che se vuoi inscenare un intermezzo di meta teatro o (meglio) meta televisione ingaggi degli attori seri e non Pupo e Gianni Morandi, che sono stati a dir poco imbarazzanti, o la Canalis, che si muove rigida e quando parla è anche peggio. Sempre meglio in Italiano, per altro, che in quell’Inglese che George Clooney non le deve aver insegnato tanto bene.
Quanto alla predica di Celentano (per Aldo Grasso: “…E’ convinto di predicare meglio dei Preti. Ma nel ruolo di profeta salva Italia ne vogliamo solo uno, due sono troppi: o Monti o Celentano”), credo che dovrebbero essere proprio sua moglie e l’entourage a spiegargli che dice delle banalità e, oltretutto, le espone con l’Italiano di un bambino di 8 anni e la sintassi di uno che è andato per l’ultima volta a scuola nel 1948 e quell’ultima volta aveva il grembiule nero e il fiocco blu.
E quanto al Vaticano che fa politica e Don Gallo no, ma Don Andrea Gallo non è quello che ha supportato Marco Doria (poi vincitore) alle Primarie del PD a Genova?

Se Celentano non mira troppo alto e si limita a citare Gesù (presumibilmente, ritenendolo un pari grado), Eugenio Finardi va direttamente al bersaglio grosso. La sua canzone si intitola “E tu lo chiami Dio” e ci ammonisce: “Io non do mai nomi a cose più grandi di me”. Che come banalità, non scherza.
 
Va detto che Finardi è responsabile solo dell’interpretazione (splendida, questo gli va riconosciuto), perchè la canzone è stata scritta da una certa Roberta Di Lorenzo (cantautrice di 31 anni di Termoli, leggo su google). E, come Celentano, se canta (parlo di Finardi) è meglio rispetto a quando sentenzia: “Sono stato un hippy…ma in senso buono” perchè, c’è anche il modo di essere hippy in senso cattivo??? “Quindi, finchè avrò anche un solo capello in testa, sarà lungo” E un bel chissenefrega, non ci sta?

Con Finardi comunque tutta l’Italia dovrebbe scusarsi, visto come al Festival è stato umiliato. Prima, l’ineffabile Canalis lo presenta come “Ugenio” (che non so che fonetica sia, ma in Inglese poteva essere “Iugenio”, in francese “Ogenio” e in tedesco “Oigenio”). Poi Pier Luigi Diaco si è raccomandato: “E’ uno degli autori più raffinati” lui o la Di Lorenzo? “Ora c’è da augurarsi che le radio trasmettino questa canzone”.
Ma per piacere….

1 thought on “Anche io voglio parlare di Celentano

  1. Come si fa ad andare in televisione e dire ‘speriamo che le radio trasmettino questa canzone’? Non si tratta di errori di distrazione, sono errori di base!!! Mi spiegate come si fa?????

    Tendenzialmente, conoscendo qualcuno che conta 😀

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