Sono ancora in fase di ambientamento a Thunder Bay

BASEBALL, Mondiale Under 18 2017

L’Ontario è grandino: oltre un milione di chilometri quadrati (più del triplo dell’Italia), di cui 900.000 di terra . Il resto è formato dai grandi laghi e dai fiumi. Thunder Bay è quasi al confine con gli Stati Uniti (Minnesota). Qui le temperature minime raramente salgono sopra i 15 gradi e nel momento freddo dell’anno sono regolarmente attorno ai 15 gradi sotto lo zero. La vicinanza dei grandi laghi provoca nevicate midiciali. Il fatto che le estati siano umide lo sto verificando personalmente così come il fatto che il nome Thunder (Tuono) Bay non è casuale.
Le ricerche sull’origine del nome Ontario mi avevano già confuso quando ero a Toronto per il World Baseball Classic 2009. Dovrebbe derivare dalla lingua degli Uroni (Ontari:io significa grande lago), anche se qualcuno ritiene che possa provenire dalla espressione irochese skanadario (acqua splendida). Ma a occhio, sembra più probabile la prima versione.
Per la cronaca, Toronto è a 2 ore di aereo da qui e a sua volta vicino al confine con gli Stati Uniti, ma con lo Stato di New York.

C’è stato un momento in cui mi sono chiesto se non sarebbe stato meglio rimanere a casa. Ma ci arrivo con calma.
Mercoledì 30 agosto ho messo la sveglia alle 6. Dovevo completare alcune cose (ogni volta che parto per lavoro, mi riprometto che non lascerò qualcosa da fare all’ultimo momento; è che non ce la posso fare….). Sono uscito alle 8 e mi sono fermato a fare benzina. Arrivato a 50 euro, ho notato il prezzo del carburante: stavo facendo effettivamente benzina, mentre il mio FIAT Freemont ex a noleggio degli ultimi 4 anni FIBS (per gli zombie eventualmente in ascolto: l’ho regolarmente acquistato dalla compagnia che lo aveva noleggiato alla FIBS) funziona a gasolio. Ho dovuto prendere a prestito da mia moglie l’adorato maggiolino convertible. Che a parte il fatto che è bianco con la capotte rossa (e non aggiungo altro, se no mi date dell’omofobo) e ha un bagagliaio nel quale non si può mettere nulla è, per l’appunto, adorato da mia moglie. Che non ama per nulla che sia qualcun altro a guidarlo. A Malpensa siamo partiti in ritardo. A Toronto pure, con annessa operazione di carico (e, vedremo tra un attimo, anche scarico…) bagagli effettuata con un motore spento (viaggiavamo su un ATR a elica, quindi gli addetti ai bagagli avrebbero rischiato ripetutamente la decapitazione, con il motore in funzione) che ha provocato lo spegnimento dell’aria condizionata e una temperatura da foresta pluviale in cabina.
Dicevo dello scarico: visto che la presenza di ben 2 nazionali dirette al Mondiale Under 18 (Italia e Nicaragua) sullo stesso volo aveva provocato un sovraccarico nella stiva, la Air Canada ha pensato bene di mollare a terra alcune valigie. Tra le quali, manco a dirlo, la mia.
Quando poi la valigia è arrivata, ho appurato che avevo pensato a portare un abito e la cravatta, ma non la camicia. Ed è stato a questo punto, che ho pensato che forse sarebbe stato meglio rimanere a casa.

Ho recuperato morale quando sono riuscito a colonizzare una stanza dello stadio di Port Arthur (il principale) dalla quale si gode una perfetta visuale del campo e che mi ha permesso di snobbare le postazioni stampa, che sono a livello del terreno e quindi non garantiscono la stessa visuale. Certo, qui ogni tanto fischiano foul ball a velocità terrificanti ed è bene restare concentrati sul gioco. Per ora, ho recuperato una palla souvenir. Che a giudicare dal buco che ha lasciato nel muro dietro di me, se mi fosse arrivata addosso mi avrebbe certo lasciato un ricordo per molto tempo a venire.
Lo stadio è quello dove giocano i Border Cats di Thunder Bay, una squadra della Northwoods League, uno dei campionati estivi riservati ai giocatori di College e che rappresentano la transizione verso il professionismo. Sul suo sito ufficiale, la Lega spiega che ben 160 giocatori transitati da qui sono finiti in Major League nel corso delle 24 stagioni di vita del campionato.

Lo stadio di Port Arthur durante una partita dei BorderCats. A sinistra della costruzione sopra il tetto la stanza che sono riuscito a occupare

La città importante più vicina a Thunder Bay è Saint Paul in Minnesota (USA) e non è vicina: 478 chilometri. La gemella Minneapolis è ovviamente solo pochi chilometri più lontana. La città importante del Canada più vicina è Winnipeg (608 chilometri). Qui siamo veramente ai limiti della foresta (precisamente, la Superior National Forest). Ne consegue che è molto frequente incontrare animali selvatici, in particolare i cervi, che arrivano a brucare vicinissimi all’autostrada.
Non è affatto impossibile imbattersi in un orso (qui è molto diffuso l’orso nero o ursus americanus; si tratta di un plantigrado più piccolo dell’orso bruno, nome scientifico ursus arctos, tra le cui varianti ci sono gli orsi che vivono in Italia, compreso l’orso marsicano, e gli americani grizzly e kodiak, tipico dell’Alaska), al punto che la raccolta dei rifiuti è maniacale e non viene esposto per nessuna ragione l’organico. A chi ha alberi da frutta in giardino, viene consigliato di cogliere i frutti non appena iniziano a maturare. E comunque, che vi capiti un orso in giardino è sempre possibile. In quel caso vanno avvertite le autorità.
Come potete immaginare, io sono qui che ci spero. E sto tormentando tutti con domande tendenziose, che fingono timore di incontrare l’orso, ma in realtà hanno proprio lo scopo di individuare le aree dove potrei osservarlo senza troppo pericolo.

Qualche orso lo si può trovare a Thunder Bay mentre pattuglia in cerca di rifiuti